Migranti e cooperazione: un modello di inclusione per la Sardegna Il convegno di domani promosso dalla Diocesi rilancia il ruolo delle cooperative sociali nel promuovere integrazione, sviluppo e solidarietà

Fabio Onnis ospite nei giorni scorsi a Radio Kalaritana

In vista della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, la Diocesi di Cagliari promuove domani (alle ore 17, presso  Sa Manifattura) il convegno “Migranti missionari di speranza”, evento chiave inserito nell’anno giubilare dedicato ai migranti, ricco di riflessioni e impegni concreti. Tra i relatori, Fabio Onnis, presidente di Confcooperative Provinciale di Cagliari, ospite nei giorni scorsi a Radio Kalaritana.

La persona al centro del progetto cooperativo

Secondo Onnis, la cooperazione sociale si fonda su un principio semplice ma potente: mettere la persona al centro, non il profitto. «Il capitale più prezioso è la persona stessa» afferma. Particolarmente rilevante è la cooperazione sociale di tipo B, che favorisce l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, un modello efficace per offrire nuove opportunità ai migranti e inserirli nel tessuto produttivo e sociale locale.

In provincia di Cagliari operano oltre 230 cooperative, quasi 60 di tipo B, attive in settori come la manutenzione del verde pubblico e la pulizia di strade ed edifici, con un’ampia partecipazione di lavoratori migranti di prima e seconda generazione. «Il lavoro è lo strumento fondamentale per costruire un progetto di vita e di famiglia» sottolinea Onnis, evidenziando l’importanza di coinvolgere anche i giovani nati in Italia da famiglie migranti, pronti a entrare nel mercato del lavoro.

Inclusione e attenzione alle fragilità sociali

La collaborazione tra Confcooperative e l’Ufficio Migrantes va oltre la semplice gestione dell’immigrazione, estendendosi a progetti di reinserimento lavorativo per persone provenienti dal circuito penale o in misure alternative alla detenzione. «Dare una seconda possibilità è un principio imprescindibile –  spiega Onnis – e il lavoro è uno strumento potente di riscatto e prevenzione della recidiva».

Con un fatturato vicino ai 200 milioni di euro, Confcooperative Cagliari si conferma come un sistema dinamico e innovativo, capace di affrontare sfide complesse e di creare opportunità dove altri si ritirano, contribuendo in modo concreto allo sviluppo sociale ed economico della Sardegna.

La cooperazione si estende anche ai settori culturale, agricolo e della pesca. Nei giorni scorsi, lo Stato Generale della Cooperazione Culturale, che ha riunito cooperative impegnate nella tutela del patrimonio artistico e culturale sardo. Esempi virtuosi di rinascita territoriale emergono in realtà come Mamoiada, dove la cooperazione sociale ha favorito l’occupazione e la valorizzazione delle eccellenze locali, contribuendo a rigenerare il tessuto economico e sociale.

Il convegno del 26 settembre rappresenta un momento fondamentale per condividere esperienze, idee e risorse, rafforzando l’inclusione e creando opportunità soprattutto per le seconde generazioni di migranti, figli di chi ha scelto la Sardegna come casa. La scuola riflette questa pluralità culturale, accogliendo alunni provenienti da diversi Paesi del mondo.

 


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