
Una rete di estremisti di destra, che negli ultimi mesi avrebbe arruolato anche minorenni in Sardegna, è al centro di un’indagine del Raggruppamento Operativo Speciale (Ros) dei Carabinieri. A Cagliari e in altri centri dell’Isola, si sono svolte perquisizioni domiciliari mirate a sequestrare telefonini, computer e altro materiale informatico, al fine di ricostruire l’elenco dei giovani coinvolti.
L’inchiesta, coordinata in Sardegna dalla Procura dei Minori di Cagliari, ha preso avvio da attività di propaganda diffusa tramite canali Telegram e altre chat criptate.
Nei gruppi monitorati, i ragazzi sarebbero stati esaltati con messaggi di odio contro ebrei, musulmani, immigrati, gay e femministe, e indottrinati con il concetto di cosiddetta «White Jihad», reinterpretazione suprematista della «guerra santa».
Non è ancora chiaro quante siano state le perquisizioni e quale materiale sia stato sequestrato. Le autorità stanno valutando se l’adesione dei minorenni ai gruppi radicali sia limitata alla propaganda o se ci siano stati tentativi di pianificazione di azioni criminali.
Secondo quanto emerge, a Cagliari e nelle scuole superiori dell’Isola cresce il numero di giovanissimi che aderiscono a formazioni di estrema destra, spesso vicine al neonazismo o al suprematismo bianco, con simboli e slogan riconducibili a ideologie razziste già presenti nel passato. A livello mondiale, si contano oltre mille formazioni estremiste che promuovono la supremazia bianca.
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