PARROCCHIE

Monte Urpinu: una parrocchia viva tra fede, arte e comunità Santi Giorgio e Caterina, guidata da don Elenio Abis, intreccia tradizione liturgica, iniziative culturali e percorsi di formazione per famiglie e giovani, in un quartiere dove la Chiesa diventa comunità e solidarietà

(fonte Wikipedia)

Chiesa aperta mattina e sera, buona frequenza anche alla Messa feriale, ogni giorno almeno una persona chiede di confessarsi. Dietro questa sintesi telegrafica, quella immediatamente visibile dell’attività della parrocchia Santi Giorgio e Caterina, ci sono programmi e proposte e anche intuizioni pastorali personali e di gruppo portate a sintesi da don Elenio Abis, arrivato quattro anni fa nella comunità di Monte Urpinu (4.814 abitanti, di cui 2.655 femmine e 2.159 maschi, -6,4% rispetto al 2002 con un’età media di 51,62 anni). «Dopo un periodo di conoscenza e ascolto – dice il sacerdote – ho iniziato, insieme col gruppo famiglia e i catechisti, a pianificare la pastorale. I primi tre anni ci siamo concentrati sulle virtù: nel 2021 sulla fede, nel 2022 sulla speranza, infine sulla carità. L’anno scorso, in preparazione al Giubileo, “Eucaristia e missione” al centro del programma. Per me è fondamentale la formazione, quindi un cammino catechetico serio». In questa prospettiva il ricordo, come fa la Chiesa, del 1700° anniversario del Concilio di Nicea, in via Gemelli diventa un ritorno al «Credo».

L’11 ottobre scorso inizio della catechesi degli adulti con «Il suono dell’icona. Il mistero del volto che nasce tra note e silenzio». «Originato dall’incontro – chiarisce don Abis – tra i percorsi interiori e artistici di Michele Antonio Ziccheddu (teologo e iconografo, fondatore dell’accademia di Santu Jacu) e Daniele Pasini, creatore del «metodo MusicArte». Non solo religiosità e fede con gli occhi dell’arte, ma anche con quelli della ragione: il 25 ottobre la lezione di Franco Serafini, «Il cardiologo visita Gesù. I miracoli eucaristici alla prova della scienza». In parrocchia la programmazione del nuovo anno pastorale, messa a punto, nelle linee generali, a conclusione del vecchio, non cala dall’alto. «È condivisa con i gruppi parrocchiali – dice don Abis – e calibrata il più possibile sulla realtà del territorio dove va la “Chiesa in uscita”, raccomandata da papa Francesco ai vescovi per riportare Cristo nelle vene dell’umanità. In questi mesi ho molto insistito, soprattutto con i catechisti ma non solo, per creare un circolazione formativa che dalla parrocchia passa alle famiglie, all’individuo e ritorna alla comunità che diventa educante, animata dal parroco nel senso che dà un’anima a questo circuito».

Target naturale, dunque, i nuclei familiari, circa 2.522 nel quartiere di Monte Urpinu, con particolare attenzione a quelli in cui è possibile attivare, ogni anno, il percorso genitoriale, caratterizzato, tra l’altro, da incontri domiciliari in vista del battesimo, accompagnamento dei papà e mamma nell’educazione cristiana dei figli fino all’adolescenza, ritiri spirituali. Destinatari indotti gli under 14 della zona, cioè l’ 8,4% della popolazione totale (il 60,3% dei residenti è compreso nella fascia 15-65 anni, il 31,3% è over 65). Nella parrocchia non c’è il tempo di annoiarsi. Ogni mese un calendario fitto d’impegni con un’offerta pastorale-liturgica diversificata, un mix di nuovo e tradizione. Dopo la tre giorni, in settembre, in onore di paAlcuni collaboratori della chiesa cagliaritana con il loro parroco don Elenio Abis In parrocchia come in famiglia dre Pio, mese di ottobre partenza lanciata con la festa di santa Teresina del Bambino Gesù e la prima delle tre catechesi mensili «Dal credere al vivere nella fede». Quindi quattro «adorazioni eucaristiche», cenacolo mariano, Messa e supplica alla Madonna di Pompei, incontro cresimandi, Rosario per la pace nel mondo. Nel corso dell’anno in calendario il ritiro spirituale parrocchiale annuale prima della festa di «Cristo Re», «Settimana biblica» pre-Quaresima, la Giornata missionaria mondiale con cena multietnica e rosario plurilingue. «La Chiesa – dice don Elenio – è sempre “vetera et nova”, una non esclude l’altra, diventano contemporanee quando rispondono alla lettura della realtà, per far sì che nella comunità ecclesiale nessuno si senta escluso.

Ovviamente i tempi sono dettati dal calendario liturgico». E dalle priorità pastorali, come il catechismo, frequentato da 60 ragazzi. «Quattro anni fa erano 170», prosegue il parroco snocciolando gli effetti dell’inverno demografico: nei primi dieci mesi del 2025 soltanto sei battesimi e tre matrimoni contro 35 funerali. L’anno scorso il colpo d’ala con 50 cresime. Santi Giorgio e Caterina parrocchia «ricca» secondo «radio preti». «Questa è la nomea – dice il parroco don Elenio Abis – perché siamo a Monte Urpinu, abitato da professionisti e imprenditori. Ci sono anche due enclave di povertà aiutate dalla parrocchia, aperta a tanti cagliaritani che occasionalmente o sistematicamente bussano alla porta della nostra Caritas». La Provvidenza è di casa in via Gemelli 2, e la generosità dei parrocchiani consente di celebrare ogni anno tre Giornate della carità e di sostenere, nel 2025, un’opera segno giubilare: il gemellaggio con la casa del fanciullo di Betlemme. Solo la punta di un iceberg di solidarietà che don Elenio Abis spera di liberare al più presto nel mare della carità cagliaritana.

di Mario Girau

pubblicato sull’ultimo numero di Kalaritana Avvenire


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