
La Basilica di Nostra Signora di Bonaria, gremita di fedeli, ha accolto questa sera (sabato 11 ottobre), la Veglia di preghiera per la pace promossa dalla diocesi di Cagliari e presieduta dall’arcivescovo monsignor Giuseppe Baturi. L’incontro, vissuto in comunione con l’appello di Papa Leone XIV, ha riunito fedeli, sacerdoti, religiose e religiosi, movimenti e associazioni ecclesiali in un intenso momento di invocazione e testimonianza.
Ospite della serata è stato il dottor Denis Mukwege, medico congolese e Premio Nobel per la pace 2018, che ha offerto una toccante riflessione sulla drammatica situazione della Repubblica Democratica del Congo, dove il conflitto continua a seminare distruzione e dolore.
«Eccellenza, il pericolo è sempre grande – ha detto. La casa del Congo brucia, e non possiamo più dimenticare che il Paese è sul punto di implodere».
Mukwege ha ricordato come, nonostante il cessate il fuoco del 21 febbraio 2025, il clima resti di profonda paura, «soprattutto nelle regioni di confine con il Rwanda. Scuole e ospedali sono diventati bersagli, e i bambini vengono colpiti o rapiti per la loro appartenenza etnica, sfruttati dai gruppi ribelli».
Il medico ha poi denunciato l’escalation di violenze contro le donne: «Le violenze sessuali sono in piena esplosione. Hanno l’obiettivo di degradare le vittime, di distruggerne la dignità e di sottomettere intere comunità. È un orrore che non può essere accettato, né ignorato».
Nonostante tutto, Mukwege ha voluto lanciare un messaggio di speranza: «Malgrado queste difficoltà, l’aiuto non può mancare. Non dobbiamo dimenticare coloro che sopravvivono alle violenze delle armi. Ogni gesto di sostegno è un segno di speranza che restituisce un frammento di umanità perduta. Questa Veglia di preghiera – ha sottolineato – contribuisca al fine che la Chiesa cattolica possa sostenere le azioni che porteranno alla liberazione del popolo, e usando la propria voce profetica, possa gettare luce su questa guerra che è stata dimenticata e i diritti di uomini e donne congolesi possano essere riconquistati, curando la società congolese che è veramente malata».
Infine, il ringraziamento: «Desidero esprimere la mia più sincera gratitudine alla Chiesa italiana e alla Conferenza Episcopale, per la vicinanza e il sostegno alle nostre opere. Esse permettono di riscoprire almeno un minimo di dignità umana, anche in mezzo alle tenebre del conflitto».
«Non è una fatalità – ha affermato monsignor Giuseppe Baturi durante la Veglia di preghiera – né possiamo abituarci, anche solo con il linguaggio, a giustificare la guerra. Siamo chiamati alla verità, alla riconciliazione e alla preghiera. Preghiamo Dio perché questo avvenga, consapevoli della nostra responsabilità. Non possiamo restare indifferenti di fronte a tanto male.»
Scopri di più da Kalaritana Media
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.