
«Il Congo sta vivendo una delle peggiori crisi umanitarie del nostro tempo. Ma mentre il mondo resta in silenzio, voi italiani ci tendete la mano». Con queste parole cariche di dolore e speranza, il medico congolese e premio Nobel per la Pace Denis Mukwege si è rivolto alla comunità diocesana di Cagliari in occasione della Veglia celebrata a Bonaria per chiedere al Signore il dono della pace fra i popoli.
La sua voce ha riportato sotto i riflettori una tragedia troppo spesso ignorata: milioni di morti, città devastate, donne violentate, bambini privati del futuro. Eppure, ancora oggi, la comunità internazionale chiude gli occhi. La Repubblica Democratica del Congo è da anni teatro di un conflitto devastante: oltre sette milioni di morti, milioni di sfollati, violenze quotidiane. La situazione si è aggravata ulteriormente da gennaio 2025, con la caduta delle città di Goma e Bukavu nelle mani di gruppi armati sostenuti dal Ruanda. La Risoluzione 2773 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, che chiedeva un cessate il fuoco e il ritiro delle truppe straniere, è rimasta lettera morta. «Senza sanzioni concrete, le violenze – denuncia Mukwege – continueranno. I civili sono ostaggi di una guerra di occupazione, una vera e propria annessione mascherata».
Il prosieguo dell’articolo a cura di Maria Chiara Cugusi potrete trovarlo domani, domenica 19 ottobre, nelle pagine di Kalaritana Avvenire, in uscita insieme al quotidiano Avvenire.
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