Lavoro

Operai sul silos dell’Eurallumina: «Vogliamo che il Governo dia risposte al territorio» Pierluigi Loi, di UilTec, racconta ai microfoni di Radio Kalaritana il dramma dei lavoratori

Un gruppo di operai occupa il silo n.3, a circa 40 metri di altezza dell’impianto dell’Eurallumina di Portovesme, perché «esasperati dall’inerzia istituzionale».

Cgil, Cisl e Uil sostengono questa nuova iniziativa di lotta e chiedono a ministeri interessati e al Governo di intervenire subito, come previsto dalla legge, per «stanziare i fondi necessari alla continuità operativa dello stabilimento per garantire il pagamento delle utenze, dei salari e delle fatture delle imprese terziste e assicurare la prosecuzione delle bonifiche ambientali».

«Stiamo aspettando una risposta da parte del Ministero – ha detto Pierluigi Loi, di Uil Tec, ai microfoni di Radio Kalaritana – sulla messa a disposizione dell’Agenzia del Demanio. Questo perché la Rusal, società russa proprietaria di Eurallumina è sotto sanzioni. Le norme prevedono che sulle aziende sanzionate subentri l’Agenzia del Demanio ma allo stato attuale il Ministero dell’Economia e Finanze non ha messo a disposizione nessuna risorsa».

«Ci sono – ha proseguito Loi – precise responsabilità anche dal punto di vista ambientale, perché l’azienda fino ad oggi ha tenuto in esercizio tutti gli impianti di depurazione, di emungimento delle acque da falde. C’è il rischio di danno ambientale, oltre che il futuro dei lavoratori. Chiediamo al Ministero delle Imprese di farsi tramite con quello dell’Economia per risolvere la situazione».

La protesta dei lavoratori sul silo un segnale forte degli operai. « Ormai – ha evidenziato il sindacalista – non se ne può più. Da anni stiamo dando battaglia su questo terreno: vogliamo che il Governo dia risposte al territorio. Il DPCM sull’energia approvato di recente non vorremmo restasse sulla carta a causa le sanzioni. Quel documento prevede circa un miliardo di investimenti per far arrivare il gas e far ripartire l’Eurallumina, ma le sanzioni bloccano la ripartenza». «È una cosa proprio che non ha senso», ha concluso amaramente Pierluigi Loi.


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