
La sigla del Patto di Buggerru | Foto Ansa
Alla vigilia dell’anniversario dell’eccidio di Buggerru e del patto siglato tra sindacati e Regione per la sicurezza sul lavoro, il tema degli incidenti sul lavoro è centrale in Sardegna. Ad agosto, i sindacati avevano denunciato l’assenza di finanziamenti per il Patto siglato nel borgo del Sulcis appena un anno fa all’interno dell’assestamento di Bilancio. Ora, a poco meno di ventiquattro ore dal primo anniversario della firma, è la Uil a tornare a chiedere risposte alla politica.
Risposte necessarie
«L’articolo 5 del patto – afferma la segretaria generale della Uil Sardegna, Fulvia Murru – prevedeva il finanziamento triennale delle varie attività, ma non è stato fatto nulla salvo che ‘dimenticare’ le risorse per attuarlo. Scriverò alla presidente Alessandra Todde. Chiederemo un incontro urgente e l’apertura di un tavolo permanente sul tema infortuni sul lavoro».
Quella della sicurezza, secondo la segretaria generale della Uil sarda, è una questione che «Non può essere sottovalutata, servono controlli ma non solo. L’azione pubblica e imprenditoriale deve puntare di più sulla prevenzione e la formazione dei lavoratori. Servono interventi mirati». Necessità che si fanno impellenti di fronte ai numeri presentati dall’Inail e citati dalla Uil: 5780 le denunce di infortunio tra gennaio e giugno 2025 nell’isola (+70 rispetto all’anno passato), già sette, invece, le vittime.
Numeri che secondo Murru dovrebbero far riflettere su una penalizzazione delle aziende che non rispettano le norme previste: «Devono essere escluse dal mondo del lavoro – ribadisce Murru – Solo puntando di più su controlli, sicurezza, formazione e prevenzione si ridurrà il numero di morti e infortuni sul lavoro e non saremo costretti a leggere costantemente un bollettino di guerra».
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