
Forme di pecorino romano
Torna alta la tensione nel mondo agropastorale sardo. I pastori si preparano a una nuova battaglia per difendere l’identità del Pecorino Romano Dop, contestando la recente modifica del disciplinare pubblicata il 25 ottobre in Gazzetta ufficiale. Al centro della polemica, l’articolo 5, che non vincola più la produzione del latte alle razze ovine storiche dell’isola.
«Non possiamo accettare che si sia fatto passare come irrilevante la modifica dell’articolo 5», denunciano Gianuario Falchi, Nenneddu Sanna, Mario Carai e Fabio Pisu. «Il latte destinato al Pecorino Romano deve provenire non solo dagli areali riconosciuti, ma anche dalle razze storiche, come la Sarda e la Nera di Arbus». Senza tale vincolo, sostengono gli allevatori, il rischio è di snaturare un prodotto che affonda le radici nella tradizione pastorale dell’isola, sostituendo i capi autoctoni con razze estere allevate in stalla.
Il tempo per reagire è breve: il ricorso contro la modifica può essere presentato entro il 24 novembre. «A Roma è stato deciso di sacrificare la storia dei pastori sardi in nome del business di pochi imprenditori», affermano i rappresentanti del movimento, che lanciano un appello alla Regione perché intervenga con forza presso il ministero dell’Agricoltura e il consorzio di tutela. La battaglia per difendere l’autenticità del Pecorino Romano, simbolo dell’identità e dell’economia sarda, è appena ricominciata.
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