
Lo stabilimento di Porto Torres | Foto Eni
Cgil, Cisl, Uil e RSU uniti per chiedere risposte sulla sicurezza dei lavoratori dell’Eni di Porto Torres. Diminuzione dei lavoratori a disposizione a fronte di trasferimenti, carichi di lavoro che aumentano e di conseguenza una sicurezza che diminuisce secondo i sindacati. Una serie di problemi che si legano alle mancate risposte lamentate nel lungo periodo da parte dell’azienda, che formano un quadro preoccupante secondo sindacati e lavoratori.
«Avevamo già una carenza nel personale operativo di due lavoratori per malattia, ma l’Eni ha deciso di trasferire tre elementi nel sito di Rho – ha spiegato ai microfoni di Radio Kalaritana Gianfranco Murtinu, segretario territoriale della Filctem Cgil – Ci siamo trovati di colpo ad avere cinque lavoratori in meno, su dieci totali. Questi operai si sono trovati dall’oggi al domani a gestire un deposito di combustibili, tutti i giorni e per dodici ore, con difficoltà oggettive nel far funzionare bene il deposito e nel farlo in sicurezza. Questo è uno degli elementi che ci preoccupa di più, dato anche il ricordo di quando accaduto nel deposito di Calenzano neanche un anno fa».
Secondo i sindacati, le scelte di Eni sono sintomatiche di un interesse sempre minore verso l’impianto di Porto Torres.
«La situazione si intreccia al rapporto che Eni intrattiene con questi territori – precisa Murtinu – Abbiamo segnalato nell’incontro con l’azienda che il tutto si poteva affrontare in termini più semplici prolungando dei contratti a tempi determinato in essere fino a poco tempo fa. Il fatto che Eni non abbia voluto spendere un centesimo per gestire questo sito significa che non ha interesse e questa è fonte di grande preoccupazione da parte nostra. Inoltre – ha proseguito Murtinu – qui da tempo cerchiamo di ottenere il completamento degli investimenti previsti nel protocollo per la chimica verde del 2011 di Porto Torres. Eni è l’unico interlocutore rimasto, attendiamo una convocazione dalla cabina di regia ministeriale da diverso tempo, ma la chiamata ancora non è arrivata. Un’altra dimostrazione della mancanza di interesse da parte dell’azienda».
Dall’altra parte, Eni risponde però che si tratti solamente di un assetto temporaneo. «A a causa della necessità di rafforzare i rifornimenti di carburanti per l’aviazione dal deposito di Rho all’aeroporto di Malpensa è stato definito un bilanciamento dei carichi di lavoro dell’intero sistema logistico, in particolare del deposito di Porto Torres che, per ragioni di vocazione territoriale legata al turismo, è utilizzato particolarmente durante l’estate – ha sottolineato il portavoce Eni alla nostra redazione – Si tratta di un assetto temporaneo, che non avrà alcuna conseguenza sui presidi di sicurezza, che si affiancano agli automatismi di cui è dotato il deposito di Porto Torres, e che garantiscono gli standard di sicurezza previsti; le attività operative sono peraltro state ridotte da 12 a circa 7 ore giornaliere».
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