Industria

Portovesme tra incertezze e riciclo: Urso rilancia sul bando europeo Nessun investitore per la produzione di zinco e piombo, resta il riciclo e il progetto litio

Lo stabilimento Glencore di Portovesme

Il futuro di Portovesme resta incerto, ma dal tavolo al Mimit emergono segnali di prospettiva. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha ricordato che il nuovo bando europeo sulle materie prime critiche, aperto fino al 15 gennaio, può rappresentare un’occasione per il rilancio del Sulcis. «Tutti e quattro i progetti italiani approvati nel primo bando riguardano il riciclo – ha sottolineato – incluso quello di Glencore a Portovesme, il più significativo e simbolo delle potenzialità dell’area».

Urso auspica che l’azienda presenti nuove proposte, aprendo la strada anche ad altri investitori interessati a iniziative sul riciclo. Ma la vertenza resta complessa: «Sono state esplorate tutte le possibilità di cessione dell’impianto – ha spiegato – ma nessun operatore ha ritenuto sostenibile un rilancio della produzione di zinco e piombo, soprattutto per l’alto costo dell’energia».

In questa cornice, il ministro punta a un piano industriale più ampio che valorizzi il lavoro e la filiera del riciclo. Centrale anche il progetto sul litio, da sviluppare con la Regione Sardegna attraverso un accordo interistituzionale che affronti nodi energetici e infrastrutturali.

Più critico il sindacato: «Abbiamo perso dieci mesi – ha denunciato Emanuele Madeddu, segretario Filctem-Cgil Sulcis – resta solo il progetto litio, senza tempi certi. L’unica notizia positiva è la continuità produttiva dello stabilimento di San Gavino almeno fino al 2026».


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