L'intervista

Punto nascita di Lanusei, il Coordinamento Giù le mani dall’Ogliastra chiama in causa la Regione Le parole del portavoce Adriano Micheli su RK: «Chiediamo l'applicazione della deroga del DM 70»

Il Coordinamento Giù le mani dall’Ogliastra chiede ancora una volta risposte sulla riapertura del punto nascite dell’Ospedale Nostra Signora della Mercede di Lanusei. Il coordinamento  ha chiamato in causa la Regione, chiedendo l’applicazione della deroga prevista dal Decreto Ministeriale 70 del 2015, che prevede la possibilità di tenere aperti i reparti che fanno registrare meno di 500 parti all’anno nelle zone disagiate delle Regioni autonome.

Ai microfoni di Radio Kalaritana, Adriano Micheli, portavoce del Coordinamento Giù le mani dall’Ogliastra, è intervenuto per spiegare ancora una volta la situazione vissuta.

«Abbiamo preso questa iniziativa per evitare che il punto nascite venga cancellato definitivamente – ha affermato Micheli – Nel Decreto Ministeriale 70 del 2015 si è stabilito che i punti nascita sotto i 500 parti dovrebbero essere chiusi per questioni di sicurezza. Allo stesso tempo, l’articolo 3 del decreto prevede una deroga per le zone disagiate delle Regioni e delle province autonome. Come Sardegna potremmo dunque richiedere questa deroga, senza contare che quando il reparto è in piena funzione arriva a fare intorno ai 400 parti annui. In questo momento al Ministero, attraverso le tabelle da cui si prendono i dati, arriva il messaggio di una necessaria chiusura. Invece, bisognerebbe spiegare come il punto nascite sia chiuso temporaneamente da quattro anni per mancanza di pediatri e medici. Il punto nascite – ha precisato il portavoce – però è una base per continuare a vivere in Ogliastra».

Con l’avvicinarsi della stagione più fredda, il quadro è ancora più preoccupante. «Soprattutto durante l’inverno la situazione diventa ancora più complessa – ha spiegato Micheli – È quasi un’impresa andare verso Nuoro passando dal passo Correboi, dove quando nevica il passaggio viene chiuso fino a che lo spazzaneve non fa il suo lavoro. Questo comporta degli altri rischi che non sappiamo più come ribadire». A essere necessarie sono dunque le risposte, positive o negative che siano sul futuro dell’ospedale. «Noi vogliamo risposte definitive. Non vogliamo più qualcosa di temporaneo – ha chiosato Micheli – E vorremmo un dialogo con la presidente Todde e con l’Assessore, che non sono mai venuti dopo un iniziale incontro di inizio legislatura per presentarsi e presentare le loro idee. C’è bisogno di un dialogo con la popolazione, non soltanto con il direttore generale e o con i sindaci. C’è bisogno di fare un ragionamento diretto anche con la comunità».


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