Politica

Referendum, niente quorum: in Sardegna il sì più convinto sulla cittadinanza Si è recato alle urne il 30% degli aventi diritto, si apre il dibattito sullo strumento referendario

Si è fermata al 30% in tutto il Paese, a poco più del 27% in Sardegna invece, l’affluenza per i referendum su lavoro e cittadinanza. Ancora una volta non è stato raggiunto il quorum previsto dalle normative sul referendum abrogativo, con la soglia fissata al 50%+1 degli aventi diritto al voto.

Il dato italiano

Sono stati oltre 14 milioni i votanti, con il sì per i cinque quesiti referendari che è stato maggioritario, anche se con le differenze tra i quesiti del lavoro e quello sulla cittadinanza. Il quinto quesito, infatti, che prevedeva la riduzione da 10 a 5 degli anni di permanenza previsti per richiedere la cittadinanza, senza variare gli altri requisiti, ha visto un risultato del 65,9% a favore e un 34,4% contrari. Un dato quest’ultimo ben diverso se messo in relazione con la quota toccata dal “No” negli altri quesiti sul lavoro, dove la contrarietà in media si è fermata poco oltre al 12%.

Il dato sardo

Per quanto riguarda l’isola, i dati sono andati in leggera controtendenza. Se l’affluenza si è attestata al 27%, il “Sì” ha avuto una vittoria più marcata: sui quesiti sul lavoro, la volontà di abrogare le leggi indicate nei quesiti è andata sempre oltre il 90%, con il picco del 93% per la prima scheda relativa al reintegro a seguito di licenziamento illegittimo in aziende con più di quindici lavoratori. Anche il dato sulla cittadinanza ha numeri più alti rispetto a quelli osservati sul piano nazionale: il 75,36% di coloro che si sono recati alle urne ha infatti posto il segno sul “Sì”. Dati su cui la politica tutta e i sindacati, su tutti la Cgil proponente dei quesiti sul lavoro, saranno chiamati a riflettere al di là delle schermaglie delle prime ore.


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