
Una sala d’attesa in un ospedale (foto Ansa)
Anche in Sardegna la riforma dell’assistenza territoriale prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza fatica a decollare. È quanto rileva il monitoraggio indipendente dell’Osservatorio Gimbe, che ha analizzato l’attuazione della Missione Salute nei territori regionali, evidenziando forti ritardi e disomogeneità.
Tra gli elementi più critici figurano le Case della Comunità: su 80 strutture programmate, solo 4 (pari al 5%) presentano almeno un servizio attivo, e nessuna offre tutti i servizi obbligatori. Ancora più grave la situazione degli Ospedali di Comunità: dei 33 previsti, solo uno è parzialmente operativo.
Sul fronte dell’assistenza domiciliare integrata, 5 degli 8 servizi sono attivi in tutti i distretti regionali. Un dato più incoraggiante arriva invece dal Fascicolo Sanitario Elettronico, con il 94% delle 16 tipologie documentali disponibili online. Tuttavia, solo il 23% dei cittadini ha espresso il consenso per la consultazione dei propri documenti digitali, contro una media nazionale del 42%.
Il quadro complessivo parla di un’Isola che arranca nel portare avanti un piano che dovrebbe rappresentare il fulcro della sanità del futuro, basata su prossimità, digitalizzazione e integrazione dei servizi.
A oggi, la distanza tra gli obiettivi annunciati e la realtà è ancora ampia, con il rischio che i fondi del PNRR non riescano a produrre quel salto di qualità atteso da cittadini e operatori.
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