
Una manifestazione a sostegno dell’insularità (foto Agenzia Dire)
Attuare la Costituzione è un dovere immediato e inderogabile. Lo ribadiscono i Riformatori in una lettera inviata alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e alla presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde.
«Stato e Regione hanno una responsabilità diretta e non derogabile: dare piena attuazione al principio costituzionale di insularità, sancito dall’articolo 119 della Costituzione. Non è un favore ai sardi: è un obbligo stabilito dalla Carta», scrivono Michele Cossa, Aldo Salaris, Gabriella Mameli, Umberto Ticca e Giuseppe Fasolino.
I Riformatori sottolineano come la decisione di realizzare il Ponte sullo Stretto rappresenti, per la Sicilia, una risposta concreta al fallimento del mercato derivante dallo svantaggio insulare. «La Sicilia avrà un’infrastruttura stabile, che non risolverà tutti i problemi, ma ridurrà tempi e costi di collegamento con il continente, con un beneficio per tutti i cittadini. La Sardegna, invece, resta l’unica grande isola italiana priva di un collegamento stabile con il continente: il suo svantaggio strutturale diventa ancora più evidente».
Per la Sardegna, avvertono, la sfida è ancora più complessa: all’insularità si aggiunge la perifericità, ossia la distanza dai grandi mercati e dai centri decisionali. «Un doppio svantaggio economico e sociale che non può essere affrontato con interventi episodici e disorganici, ma con una strategia nazionale mirata e condivisa».
Tre le priorità indicate dal movimento politico: una continuità territoriale moderna e accessibile a tutti, con standard europei di frequenza e qualità; compensazioni fiscali adeguate a colmare i maggiori costi strutturali; infrastrutture strategiche per garantire connessioni interne ed esterne rapide, sicure e sostenibili.
«La Costituzione parla chiaro — concludono i Riformatori —. Attuare il principio di insularità è un dovere inderogabile dello Stato e della Regione. È tempo di passare dalle parole ai fatti: la Sardegna non può aspettare oltre».
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