La riflessione

Riposo e riflessione: ferie che curano anima e corpo L'articolo di padre Semino sull'importanza di questo periodo dell'anno

Le vacanze sono la «vendemmia del diavolo», diceva don Bosco. Anche se può sembrare una frase eccessiva, si comprende la preoccupazione del santo educatore: un tempo lungo nel quale i suoi ragazzi sarebbero stati molto meno accompagnati dall’aiuto delle loro guide e, probabilmente, molto più lontani dai sacramenti. Di fronte al rischio di vivere questo tempo in una sorta di anestesia dei desideri più belli, vorrei chiedere a don Bosco che preghi per noi, perché le nostre vacanze siano la vendemmia del vignaiolo, Dio Padre. È Gesù a dirci di essere lui la vite e il Padre il vignaiolo (Vangelo secondo Giovanni 15,1-8). Che sia Dio Padre o che sia il diavolo a vendemmiare, questo fa una bella differenza.

Perché i frutti siano raccolti da Dio, bisogna partire da lui. Nel tempo estivo abbiamo meno occupazioni e preoccupazioni, le sospirate ferie dal lavoro, la luce che domina sulle ventiquattro ore di ogni singolo giorno. La calma che ci accompagna è occasione propizia per vivere tempi più distesi di ascolto della Parola di Dio, di risposta nella preghiera, di partecipazione all’Eucaristia. Ci vengono offerte opportunità di aiuto: corsi di esercizi spirituali, incontri di spiritualità organizzati anche nelle località turistiche, iniziative di approfondimento della fede. Sono occasioni preziose, che troviamo offerte anche nei luoghi della nostra diocesi. Ma, se non ci è possibile approfittare di questi aiuti, il rapporto con Lui lo possiamo coltivare anche nel segreto della nostra interiorità, fermandoci da soli e gustando il tempo da vivere in sua presenza.

Perché i frutti siano raccolti da Dio, bisogna partire da noi stessi. Nel tempo estivo abbiamo la possibilità di vivere una cosa molto importante: volere più bene a noi stessi. Possiamo dare più spazio alla necessità del riposo, alle letture che nutrono la testa e il cuore, all’attenzione sana per il corpo, a riprendere quella cura della nostra vita personale che rischiamo, nel tempo feriale, di lasciare in secondo piano. Perché i frutti siano raccolti da Dio, bisogna partire dagli altri. Nel tempo estivo abbiamo la calma e lo spazio per coltivare le relazioni con le persone care: la famiglia, gli amici, chi incontriamo nei luoghi di villeggiatura o nelle nostre città e nei nostri paesi che così tanto cambiano d’estate. Sentire che possiamo entrare in una relazione autenticamente umana con gli altri, sentire che da loro riceviamo e a loro doniamo vita, è un’esperienza che ci riporta alla verità del tempo che ci è dato su questa terra. Perché i frutti siano raccolti da Dio, bisogna partire dalla sua opera che è il creato e il mondo. Nel tempo estivo la natura ci accoglie ancora di più per ricordarci il valore e la bellezza di quella casa che è il nostro mondo. Contemplare e gustare la bellezza accogliente del mare, del le montagne, delle città con gli scrigni artistici che conservano, è un modo per stare meglio e sentire il debito bello verso una realtà che è infinitamente e misteriosamente più grande della quotidianità, a volte gretta e pesante. Buone vacanze, con il Signore, noi stessi, gli altri e il mondo in cui ci troviamo.

Gabriele Semino – gesuita, segretario generale della Pontificia facoltà teologica della Sardegna

(Articolo apparso su Kalaritana Avvenire del 3 agosto)


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