
Marco Altea e Karim Galici ospiti ieri a Radio Kalaritana
Un viaggio da Cagliari a San Francisco, una videocamera e due amici di lunga data: sono questi gli elementi centrali di Run Trip Life – Il viaggio della vita, documentario diretto da Karim Galici in programma stasera alle 20.30 al Cinema Greenwich di Cagliari. A raccontarne il senso lo stesso Galici e Marco Altea, ospiti ieri negli studi di Radio Kalaritana.
Il film, presentato in occasione della Giornata mondiale della sclerosi multipla, racconta la storia vera dei due protagonisti durante la trasferta negli Stati Uniti per ritirare un premio assegnato a Whable, progetto ideato da Altea per migliorare l’accessibilità di persone con disabilità a spazi, eventi e relazioni sociali.
Il documentario e si sviluppa a partire da un’esperienza reale. Altea e Galici, legati da un’amicizia trentennale, raccontano, oltre al progetto imprenditoriale, anche momenti di vita personale, familiari e sentimentali. «Non è stato solo un viaggio – racconta Galici – ma un percorso condiviso fatto anche di confidenze. È da lì che nasce l’idea di trasformare tutto in un film».
«Il messaggio più profondo – aggiunge Altea – è quello di non arrendersi, ma perseverare con coraggio e fiducia nel raggiungere i propri obiettivi».
Il progetto è sostenuto dalla Regione Autonoma della Sardegna e prodotto da Whable ODV. Quest’ultimo – attivo dal 2022 – si propone come uno strumento di mappatura dell’accessibilità e di connessione tra persone con disabilità e accompagnatori volontari. La piattaforma, secondo Altea, punta a contrastare l’isolamento sociale spesso vissuto da chi ha una disabilità fisica, e favorirne la partecipazione alla vita comunitaria. «La solitudine – dice – è una seconda forma di disabilità. Uscire di casa e incontrare gli altri fa la differenza».
Nei prossimi mesi, il progetto Whable sarà presentato a Milano durante il concorso “Welfare, che impresa!”. Intanto, è in fase di sviluppo un nuovo documentario, girato dal punto di vista soggettivo di una persona con disabilità, grazie a microcamere indossabili. Un progetto che mira a raccontare non solo l’esperienza del viaggio, ma anche l’incontro con le comunità sarde nel mondo.
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