
Missili in uno stabilimento della RWM | Foto Analisi Difesa
La CGIL sarda dice no alle nuove produzioni della RWM a Domusnovas. La Rheinmetall, azienda che controlla due sedi nel Sulcis a Domusnovas e Musei, aveva annunciato nei giorni scorsi un nuovo piano per la produzione di droni da combattimento nell’isola. Una notizia arrivata a seguito della scelta della Regione di richiedere ancora più tempo per valutare i piani di espansione della multinazionale bellica tedesca.
Presa di posizione
Idee che alla CGIL isolana non sono piaciute. Soprattutto a fronte alle difficoltà del Governo sulle altre questioni aperte nel Sulcis Iglesiente, da Eurallumina alla Portovesme Srl. Oltre che per questioni etiche. «Dopo i vari confronti al ministero sulla situazione di Eurallumina, Sider Alloys, Portovesme Srl e indotto Sulcis, il governo non avanza proposte concrete sul piano industriale ma indica solo una pericolosa scorciatoia – ammonisce il segretario generale Fausto Durante – affidare la prospettiva economica del Sulcis all’economia di guerra e all’aumento di produzioni belliche. Una scelta che consideriamo sbagliata e non condivisibile, contro la quale ci batteremo. A maggior ragione di fronte alle notizie riguardanti i progetti di produrre a Domusnovas i cosiddetti droni kamikaze con la collaborazione di società israeliane, idea del tutto inaccettabile».
Durante torna poi sulle produzioni da riportare in Sardegna attraverso un piano industriale. «La maggior parte degli studi e delle ricerche sulla transizione dell’industria verso la sostenibilità dicono che i primi cinque materiali per realizzare la transizione sono il rame, il piombo, lo zinco, l’alluminio e il litio. Per decenni la Sardegna e il Sulcis hanno rappresentato un esempio di eccellenza di almeno tre di queste produzioni e hanno ancora oggi tutte le carte in regola per continuare a svolgere questa funzione – spiega il segretario Cgil – a condizione che il governo faccia ciò che deve per i cittadini e i lavoratori del Sulcis e della Sardegna: una politica industriale degna di questo nome, che da un lato induca l’Enel a fornire all’Isola energia elettrica a prezzi competitivi e adatti alla condizione di insularità e, data questa condizione, dall’altro lato incentivi i grandi protagonisti globali del settore a investire in Sardegna».
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