Sanità

Sanità, approvato il nuovo Piano regionale sangue Sarà valido per il triennio 2025-2028, l'assessore alla Sanità Bartolazzi: «Serve ottimizzare la raccolta»

Un piano per provare a dare ulteriori risposte alla necessità di emocomponenti in Sardegna. Nella giornata di ieri, mercoledì 3 settembre, è stato approvato dalla Giunta regionale il Piano regionale sangue, emocomponenti, farmaci plasmaderivati e sostanze di origine umana (SoHo) per il triennio 2025-28. Un piano che mira nel lungo periodo a quello che è un obiettivo primario e spesso citato da chi lavora sul campo, a partire dalle associazioni di volontariato, ovvero l’autosufficienza di sangue, emocomponenti e farmaci plasmaderivati.

Il piano

La messa a punto del Piano si è basata sulle rilevazioni dei consumi storici e dei principali dati di programmazione per l’autosufficienza regionale. Con un’analisi che ha messo in evidenza ancora una volta l’alto numero di pazienti con anemia cronica, che rende ancora più necessaria un’autosufficienza della rete trasfusionale isolana, ma anche la necessità di diminuire i consumi attraverso programmi specifici.

«In Sardegna è operativa da tempola Struttura regionale di coordinamento delle attività trasfusionali, che garantisce qualità, sicurezza e standardizzazione su tutto il territorio regionale – ha affermato l’assessore alla Sanità Bartolazzi – Il Piano sangue rappresenta un ulteriore elemento di rinforzo di questi presupposti, con un graduale adeguamento dell’assetto organizzativo in linea con le ultime novità normative introdotte sia in campo nazionale che europeo». Un’azione per cui sarà necessario riconoscere ancora una volta l’importanza dei donatori volontari e delle associazioni. «Occorre promuovere e sostenere le iniziative di donazione, che oggi sono coperte per il 70% dalle attività del volontariato – ha affermato Bartolazzi – Abbiamo intenzione di creare percorsi diagnostici e terapeutici per i donatori di sangue ed emocomponenti finalizzati alla determinazione dell’idoneità, in modo da ottimizzare la raccolta e non sprecare neanche una goccia di sangue».

La principale novità però riguarda la concentrazione delle attività diagnostiche di qualificazione biologica delle donazioni. Due i centri individuati: il Servizio trasfusionale di Cagliari dell’Ospedale Brotzu e il Servizio trasfusionale dell’AOU di Sassari. Anche le attività di lavorazione saranno concentrate in maniera graduale nei due centri, senza però, assicurano dalla Regione, che la capillarità della raccolta venga intaccata. «Il nuovo modello mantiene, in modo sostenibile, la capillarità della raccolta, concentra le attività di lavorazione e di qualificazione biologica, individua la necessità di una forte governance e di uniformità delle attività di Medicina trasfusionale», ha assicurato Bartolazzi. Una novità a cui si aggiunge anche la creazione di una Consulta tecnica permanente per il sistema trasfusionale regionale, che opererà in affiancamento alla Struttura regionale di raccolta.


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