SANITÀ

Sanità, i sindacati alla Regione: «Basta promesse, servono fatti» A due mesi dalla firma Cgil, Cisl e Uil avvertono: «Senza atti concreti entro ottobre, il Protocollo resta lettera morta»

(fonte foto: www.unionesarda.it)

A due mesi dalla firma del Protocollo sulla sanità con la Regione, Cgil, Cisl e Uil lanciano l’allarme: «Non bastano le parole, servono azioni immediate». Nell’incontro unitario a Tramatza, i segretari regionali Fausto Durante (Cgil), Pier Luigi Ledda (Cisl) e Fulvia Murru (Uil) hanno chiesto alla Giunta Todde l’attuazione degli impegni presi.

Il Protocollo, firmato il 4 agosto con la presidente della Regione e l’assessore Bartolazzi, prevedeva un percorso condiviso per riformare e potenziare il sistema sanitario sardo. Ma, denunciano i sindacati, «da allora è rimasto tutto fermo».

Tra le priorità: piano straordinario di assunzioni con fabbisogni triennali, concorsi snelli, incentivi per le sedi periferiche, stabilizzazione dei precari, attivazione di Case e Ospedali di Comunità, potenziamento dell’assistenza domiciliare e della telemedicina, rilancio del Fascicolo Sanitario Elettronico e riforma del Cup.

I sindacati chiedono anche una presenza stabile nelle conferenze socio-sanitarie territoriali e fissano una scadenza: entro ottobre l’attivazione dei tavoli nelle aziende sanitarie (Ares, Asl, Aou, Areus); a novembre una verifica degli impegni; entro dicembre accordi sugli appalti e un cruscotto unico per monitorare Pnrr e stabilizzazioni.

«La sanità pubblica è un diritto, non un privilegio – ribadiscono Durante, Ledda e Murru – e in Sardegna questo diritto è ancora troppo spesso negato».

 


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