Lo sciopero

Sanità privata, sindacati in piazza per protestare contro il mancato rinnovo contrattuale Proclamato lo sciopero per la giornata di giovedì, le parole della segretaria della FP CGIL Roberta Gessa

«Abbiamo dichiarato lo sciopero generale di tutte le lavoratrici e lavoratori di questi contratti perché i datori di lavoro si rifiutano di aprire la stagione contrattuale, sostenendo che le risorse economiche devono essere messe a disposizione dal Ministero della Salute e dalle Regioni. Una posizione inaccettabile». Così Roberta Gessa, segretaria regionale della CGIL Funzione Pubblica ha spiegato ai microfoni di Radio Kalaritana la decisione di aderire, giovedì 22 maggio, allo sciopero nazionale contro il mancato rinnovo contrattuale per i lavoratori delle aziende sanitarie private. Alla protesta, indetta dai sindacati nazionali in maniera unitaria, parteciperanno anche Cisl fp e Uil Fpl.

La situazione in Italia e in Sardegna

«Ci sono circa 200 mila professionisti del settore senza contratto da 6 e 13 anni rispettivamente, i contratti Aris e Aiop, personalità privata ed RSA – ha continuato Gessa – Questi datori di lavoro lucrano con le risorse pubbliche che vengono messe a disposizione per i servizi privati accreditati. Le risorse per rinnovare i contratti ci sono, non si deve pretendere che le risorse per i contratti vengano ulteriormente stanziate dal pubblico, perché si parla di dipendenti di soggetti privati. I soggetti privati – ha specificato Gessa – devono defalcare i loro guadagni e pagare di più i lavoratori perché non è più possibile andare avanti così. In Sardegna abbiamo circa 1.500 dipendenti: chiediamo a tutti i lavoratori di partecipare a questo sciopero perché è giusto che le loro retribuzioni vedano un rinnovo contrattuale, come accaduto in altri settori in Italia, dove ci sono stati aumenti anche del 15%».

I sit-in e le similitudini tra pubblico e privato

L’unica soluzione è quella di un passo verso le richieste dei lavoratori e delle lavoratrici. «I datori di lavoro – ha affermato Gessa – devono aprire il tavolo delle trattative, sino ad ora si sono arroccati sul fatto che le risorse non le vogliono mettere a disposizione, per cui non avevamo altra scelta che dichiarare lo sciopero. Faremo due sit-in, uno a Sassari e uno a Cagliari, saremo presenti nelle piazze davanti alle prefetture per manifestare tutto il nostro disagio, perché anche questi lavoratori hanno diritto a vedere il rinnovo contrattuale».

La situazione dei lavoratori del settore privato si unisce così a una situazione già critica, secondo i sindacati, del settore pubblico. «Ricordiamo – ha aggiunto Gessa – che neanche i dipendenti pubblici hanno avuto un rinnovo. I gestori della sanità pubblica e privata insieme a quelle delle funzioni locali e altri sono tutti servizi pubblici, non vengono da questo governo considerati servizi degni di rinnovi contrattuali, quindi la nostra protesta continuerà».


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