La polemica

Sant’Elia, no al fotovoltaico sui terreni militari promessi alla Regione Comandini scrive a Crosetto: «La Difesa rispetti gli accordi, quei beni spettano alla Sardegna»

Il Poetto visto dal colle Sant’Elia (foto Ansa)

L’inserimento di 37 ettari di terreni militari sul colle di Sant’Ignazio, a Sant’Elia, nel bando “Energia 5.0” dell’Agenzia Difesa Servizi compromette gli accordi tra Stato e Regione Sardegna, sottoscritti nel 2008 dall’allora presidente Renato Soru e dal sottosegretario Enrico Letta. Lo denuncia il presidente del Consiglio regionale Piero Comandini, che ha inviato una lettera al ministro della Difesa Guido Crosetto chiedendo l’immediata rimozione dei siti dall’elenco dei beni messi a gara per la realizzazione di impianti fotovoltaici.

Nel mirino anche la violazione dell’articolo 14 dello Statuto speciale sardo, che sancisce il trasferimento alla Regione dei beni demaniali statali. I terreni di Sant’Elia, già destinati al patrimonio regionale, sono stati riconfermati in questo status anche da un successivo accordo tra la ministra Roberta Pinotti e l’ex presidente Francesco Pigliaru.

«Quei terreni devono tornare nella disponibilità dei sardi», scrive Comandini, che difende le prerogative autonomistiche dell’Isola. Dello stesso avviso anche il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, contrario all’ipotesi di impianti energetici su aree strategiche per lo sviluppo urbano e ambientale della città.

Comandini avverte: «Non possiamo accettare che Difesa Servizi Spa ignori accordi e statuto. La Sardegna non è terra di conquista».


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