Trainata dal turismo e sostenuta dagli investimenti pubblici, l’economia della Sardegna nel 2024 ha registrato una crescita superiore alla media nazionale. È quanto emerge dal rapporto annuale sull’economia regionale presentato oggi dalla Banca d’Italia. Secondo i dati illustrati dal direttore della sede di Cagliari, Stefano Barra, il Pil dell’Isola è aumentato dello 0,9%, in linea con il Mezzogiorno ma leggermente sopra la media italiana. Ancora più significativa la crescita dell’occupazione, che segna un +2,6%, superando i livelli pre-pandemici e facendo meglio del dato nazionale.
Il comparto turistico si conferma il motore principale dello sviluppo economico sardo, con un incremento del 10% rispetto al 2023. A beneficiarne in particolare il settore dei servizi. Tiene anche l’edilizia, grazie a un settore pubblico in espansione che compensa la flessione del comparto privato.
Restano invece alcune criticità per l’industria e l’agricoltura, penalizzate da dinamiche globali sfavorevoli, in particolare per l’aumento dei dazi. In affanno anche il commercio, rallentato dalla debolezza dei consumi interni.
Sul fronte del lavoro, la partecipazione dei sardi al mercato è aumentata di 0,6 punti percentuali, raggiungendo il 63,1%, grazie soprattutto alla maggiore presenza femminile. Il tasso di disoccupazione è sceso all’8,3%. Importante anche il ruolo degli investimenti pubblici, cresciuti di quasi un quinto rispetto al 2023, grazie alla progressiva attuazione del PNRR. Ad aprile 2025 risultano assegnati alla Sardegna 4,7 miliardi di euro, pari a 3.034 euro pro capite, una cifra superiore alla media nazionale di 2.414 euro.
«L’economia della Sardegna – ha spiegato Stefano Barra – ha mostrato segnali incoraggianti. I servizi, e in particolare il turismo, hanno dato un contributo fondamentale alla crescita registrata nel 2024».
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