
Il carcere di Uta (foto Ansa)
«Non siamo disponibili ad accogliere un numero di detenuti al 41-bis che non è sostenibile né per la nostra economia né per la nostra sicurezza, e che soprattutto andrebbe a detrimento dei sardi». Con queste parole la presidente della Regione, Alessandra Todde, ha aperto il suo intervento a Uta durante l’assemblea convocata per discutere dell’impatto dell’imminente arrivo di circa novanta detenuti sottoposti al regime speciale nel carcere “Ettore Scalas”.
Todde ha ribadito la necessità di affrontare il tema con trasparenza e rispetto delle diverse posizioni: «Credo sia indispensabile parlarne, ed è essenziale che tutte le valutazioni vengano considerate. La nostra posizione è cristallina». La presidente ha ricordato come la Sardegna abbia sempre garantito senso di responsabilità nella gestione delle strutture penitenziarie, ospitando da anni sezioni dedicate al 41-bis.
Proprio questa responsabilità, però, impone alla Regione di chiedere attenzione sugli effetti indiretti dei trasferimenti: «Questi movimenti non riguardano solo i singoli detenuti, ma anche i contesti che ruotano intorno a loro, e questo desta preoccupazione». Per Todde, l’equilibrio dell’isola va preservato: «Vogliamo continuare a fare la nostra parte, ma dobbiamo difendere la nostra economia e un ambiente sociale sano. La nostra comunità ha un modo di vivere che intendiamo proteggere da decisioni non condivise».
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