Il progetto

Sardegna, spiagge a luci spente per salvare le tartarughe marine Dieci comuni sardi aderiscono al protocollo Legambiente contro l’inquinamento luminoso sulle coste

Una tartaruga in spiaggia (foto Ansa)

Anche la Sardegna è in prima linea nella lotta contro l’inquinamento luminoso lungo le coste, un pericolo spesso sottovalutato ma potenzialmente letale per le tartarughe marine. Le luci artificiali, infatti, possono compromettere il successo riproduttivo della specie: le femmine adulte tendono a evitare le spiagge troppo illuminate e i piccoli appena nati, che dovrebbero seguire la luce naturale riflessa dal mare per raggiungere l’acqua, vengono spesso disorientati da sorgenti luminose artificiali, finendo nella direzione sbagliata e spesso morendo.

Il contrasto all’inquinamento luminoso rientra nelle azioni promosse dal protocollo «Comuni amici delle tartarughe», ideato da Legambiente per aiutare i territori a ridurre i rischi per questa specie minacciata. In Italia sono già oltre 100 i protocolli sottoscritti in 14 regioni. In Sardegna hanno aderito 10 comuni: San Teodoro, Domus de Maria, Baunei (tutti e tre premiati con le Cinque Vele di Legambiente e Touring Club), Arzachena, Castelsardo, Sorso, Sant’Anna Arresi, La Maddalena, Badesi e Narbolia.

«L’adesione al protocollo fa parte di un approccio lungimirante alla gestione del territorio – sottolinea Marta Battaglia, presidente di Legambiente Sardegna – nella consapevolezza che la tutela della biodiversità arricchisce anche la qualità dell’esperienza turistica. Meno luci e rumori, raccolta manuale dei rifiuti, infrastrutture leggere e rispetto dei sistemi dunari sono azioni che proteggono gli ecosistemi e valorizzano le nostre coste per un turismo sostenibile».


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