
Un momento di un’assemblea di Abbanoa | Foto Facebook Alessandra Todde
L’acqua resta un bene pubblico. E Abbanoa lo strumento della Regione per gestirla. A confermarlo in una nota è la presidente della Regione Alessandra Todde con una nota che guarda anche al futuro della società in house.
Arriva così la conferma di quanto deliberato dall’Egas il 4 novembre scorso, per la prosecuzione dell’affidamento del Servizio idrico integrato ad Abbanoa. Una decisione presa dopo l’analisi di un advisor indipendente che – secondo quanto affermato da Egas – ha ritenuto sostenibile il piano di restituzione dell’aiuto di Stato risalente al 2013 e soprattutto il piano di investimenti di Abbanoa per il triennio 2026-2028.
«L’acqua è un diritto fondamentale e come tale deve garantire a tutte le cittadine e i cittadini lo stesso trattamento, senza disparità». Così Todde sottolinea nel comunicato la base dell’azione di Abbanoa, che poco più di un anno fa ha visto cominciare una nuova fase con la presidenza di Giuseppe Sardu. Una fase che, secondo quanto affermato dalla presidente della Regione, ha visto alcuni progressi significativi: in primis la gestione dell’emergenza siccità in Baronia e nella Nurra, «grazie – si legge nel comunicato – a interventi tempestivi e in collaborazione cosante con i sindaci dei territori interessati». Progressi sono arrivati secondo Todde anche sul versante della comunicazione su problemi e risoluzioni e sulla riorganizzazione dell’azienda. Un ultimo aspetto che si unisce al piano di gestione in modo completo dell’intero ciclo dell’acqua. Uno dei motivi per cui a metà ottobre è stato pubblicato il bando per l’assunzione di 389 persone nel reparto di depurazione. Le sfide davanti alla nuova gestione di Abbanoa restano ancora però tante. A partire dalla risoluzione delle problematiche legate allo spreco idrico e di una fiducia da parte dei cittadini ancora da recuperare. «La trasformazione è già iniziata – ricorda Todde – La strada è ancora lunga, ma stiamo andando nella direzione giusta. L’acqua deve restare pubblica, perché è un bene di tutti, non di pochi».
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