
Il consigliere dei Progressisti Francesco Agus | Foto Progressisti
L’assessorato dell’Agricoltura della Regione Sardegna è stato affidato nelle scorse ore a Francesco Agus. Il capogruppo del partito dei Progressisti in Consiglio regionale ha preso il posto del dimissionario assessore Gianfranco Satta, dimessosi dopo i dissidi sopravvenuti all’interno dello stesso partito che lo aveva proposto come assessore.
Agus si troverà davanti a diversi dossier aperti, sia emergenziali che non. In un messaggio sui propri social, il neo assessore ha chiarito i propri obiettivi, a partire da un’attenzione alla filiera del cibo che sarà centrale nei lavori e che potrebbe andare a toccare altri temi delicati come quello dello spopolamento nell’isola. «Ringrazio la Presidente Alessandra Todde e il Partito Progressista per la fiducia insieme alla tante persone che nelle ultime ore mi hanno manifestato il loro supporto – ha scritto Agus prima di concentrarsi sui temi centrali del proprio lavoro – Oggi l’assessorato all’agricoltura è ancora più strategico di quanto lo fosse ieri. Perché viviamo in un momento in cui le comunità della nostra isola vedono a rischio la loro stessa sopravvivenza. Negli ultimi dieci anni abbiamo perso 80mila abitanti. E come se venisse meno, ogni anno, un paese grande come Dorgali o come Sanluri. Le stime istat dei prossimi dieci parlano di uno scenario ancora più nero, con un eta media che a breve sarà la più alta tra le regioni d’Europa . Penso che lo spopolamento, in particolare nelle zone interne – precisa Agus – si possa contrastare solo con politiche coerenti. Non basta l’assistenzialismo, non bastano i bonus che, seppur graditi, non incidono sulla competitività, sull’attrattività dei territori verso i giovani e quindi sulla piramide demografica.
Serve creare lavoro vero, solido, legato indissolubilmente ai territori».
Agricoltura e allevamento tra gli altri potrebbero essere degli strumenti fondamentali. «Il settore primario – chiarisce Agus – è stata la chiave che ha reso comunità un tempo marginali in Europa centrali a livello economico. Il cibo, nella sua filiera più ampia, oggi ha un valore più grande che in passato. Può generare redditi e benessere quando le comunità sanno fare sistema e le istituzioni sono in grado di metterle in condizioni di farlo. Questo – conclude – sarà il mio impegno».
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