Politica

Sider Alloys, i sindacati chiamano in causa il Governo I sindacati chiedono risposte a Roma dopo l'assenza di passi avanti dell'azienda

Lo stabilimento della Sider Alloys – Foto Regione Sardegna

I sindacati tornano a chiedere risposte al Governo sul futuro della Sider Alloys. Lo stabilimento industriale di Portovesme, passato sotto il controllo della multinazionale svizzera nel 2018 dopo la vendita della statunitense Alcoa, nonostante le promesse non ha avuto il rilancio atteso. Neanche dopo gli ultimi mesi in cui i sindacati hanno provato a fare ulteriore pressione verso l’azienda e verso Roma. Così Fiom CGIL, Fsm Cisl e Uilm ora minacciano nuovamente azioni di protesta.

Le parole

Nella mattinata di oggi, martedì 15 luglio, si è svolta una nuova assemblea dei lavoratori e delle lavoratrici di fronte ai cancelli della fabbrica. Con i sindacati che al termine del confronto hanno sottolineato ancora una volta come Sider Alloys non abbia rispettato gli impegni presi, nel passato e nel presente. «Di fronte a un’azienda che ha crediti con i fornitori e che è in ritardo con gli stipendi e che è risultata inaffidabile chiediamo subito la convocazione di un tavolo a Roma per discutere dell’alternativa – hanno affermato ai microfoni dell’ANSA i segretari di Fiom, Fsm e Ulm, Roberto Forresu, Giuseppe Masala e Renato Tocco – i lavoratori stanno pagando a caro prezzo questa situazione ed è inaccettabile che si vada avanti con questo imprenditore. Siamo convinti che serva un’iniziativa forte per dare la sveglia al governo e metteremo in campo diverse azioni». Dopo l’incontro di aprile a Roma tra le diverse parti, era stato confermato l’interesse per lo stabilimento di un attore industriale greco. Ed è sulla spinta a trovare un nuovo player da parte del Governo che i sindacati puntano, complice la proprietà del 20% delle quote dello stabilimento da parte di Invitalia.

 


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