
Gli effetti di uno dei bombardamenti israeliani su Gaza | Foto Caritas
Dopo l’accordo siglato a Sharm el-Sheikh, in Egitto, da Stati Uniti, Turchia, Qatar, Egitto e altri attori internazionali, tra cui l’Italia, continua il dialogo internazionale per tenere viva l’intesa tra Israele ed Hamas che ha consentito il cessate il fuoco su Gaza e la liberazione degli ostaggi israeliani vivi e di migliaia di prigionieri palestinesi.
Al centro del dibattito italiano c’è il ruolo che il Paese dovrebbe avere sui diversi versanti, da quello della sicurezza a quello della ricostruzione delle infrastrutture nella Striscia di Gaza, in gran parte distrutta dalle operazioni israeliane. Sul tema dell’apporto dell’Italia al previsto corpo di stabilizzazione internazionale che dovrebbe essere dispiegato nel territorio palestinese della Striscia di Gaza è tornato il ministro degli Esteri Antonio Tajani durante un’informativa alla Camera: «L’Italia – ha affermato il ministro – è pronta a fare la propria parte, forte della solida e riconosciuta esperienza maturata negli anni in tanti quadranti internazionali complessi. Naturalmente il Parlamento verrà coinvolto in tutte le decisioni che riguarderanno la nostra partecipazione alla forza di interposizione internazionale e mi auguro che su questo argomento si possa trovare una unità di intenti tra tutte le forze politiche».
Sul tema della ricostruzione, Tajani ha annunciato una riunione prevista nel pomeriggio di oggi, mercoledì 15 ottobre: «È cruciale consolidare ora le condizioni perché la pace resista nella prospettiva di due Stati che convivono in pace e sicurezza. Credo che nessuno vorrà davvero tornare indietro e l’Italia è pronta a fare la sua parte».
Tajani ha annunciato, inoltre, che il prossimo 7 novembre, a Roma, arriverà il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Abu Mazen. Un’occasione costruita, secondo il ministro, attraverso i canali di dialogo tenuti aperti durante l’offensiva israeliana, sia con Tel Aviv che con Ramallah. Intanto, nella Striscia prosegue l’esodo della popolazione palestinese nel tentativo di ritornare verso il nord della Striscia. Riaperto da Israele, dopo alcune ore di tensione, il valico di Rafah da cui negli scorsi giorni sono cominciati a defluire i primi aiuti, a seguito della restituzione dei primi quattro ostaggi israeliani senza vita.
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