
La presidente della Regione Alessandra Todde
«La violenza contro le donne continua a colpire nel mondo, in Italia e in Sardegna. Il femminicidio non è un incidente né un destino, ma l’esito estremo di una cultura che impone subordinazione e controllo», dichiara la presidente Alessandra Todde.
«Disparità e violenze – psicologiche, economiche, simboliche, domestiche o digitali – persistono, nonostante i progressi nei diritti delle donne. Quest’anno la Giornata internazionale richiama l’attenzione sulla violenza online: molestie, stalking digitale, diffusione non consensuale di immagini e deepfake riproducono vecchie logiche di controllo» prosegue Todde.
«Le donne non sono oggetti. Serve un cambiamento culturale profondo. Pochi giorni fa l’ennesimo attacco a Valentina Pitzalis lo ha ricordato con inaudita violenza verbale» aggiunge la presidente.
«La Regione Sardegna interviene rafforzando centri antiviolenza, migliorando accesso ai servizi e supporto psicologico, legale e abitativo, e investendo sull’indipendenza economica delle donne, perché la paura di non poter ricominciare non le fermi dal denunciare» dichiara Todde.
«Ma la responsabilità è collettiva: riconoscere i nomi è essenziale. Solo così la violenza smette di essere un dato astratto» sottolinea.
«Nell’ultimo anno in Italia almeno 77 donne sono state uccise. Tra loro, in Sardegna: Giuseppina Massetti, Martina Gleboni, Maria Esterina Riccardi, Cinzia Pinna, Francesca Deidda, Ignazia Tumatis, Maria Dolores Cannas e Marisa Dessì. Ogni nome è un’assenza, ogni assenza una ferita nella nostra comunità. Una società che tollera anche una sola assenza in più non può dirsi libera» conclude Todde.
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