
Don Claudio Pireddu
In Italia ci sono oltre 31.000 sacerdoti che si dedicano a tutti noi e alle nostre comunità. Testimoni del Vangelo, ogni giorno portano aiuto e speranza, senza dimenticare nessuno. Dedicandosi a tempo pieno ai luoghi in cui tutti noi possiamo sentirci accolti, far vivere le nostre passioni e mettere in luce i nostri talenti.
Quali sono le attività portate avanti dei sacerdoti nelle nostre comunità? Quale impatto hanno nella formazione dei giovani e nella vita degli anziani? Lo chiediamo a don Claudio Pireddu, giovanissimo sacerdote -appena 28 anni e ordinato da meno di uno- della Diocesi di Cagliari, attualmente viceparroco delle Parrocchie SS. Crocifisso (Genneruxi) e San Sebastiano, entrambe nel capoluogo sardo.
Riguardo le attività di oratorio, quali proposte portate avanti nella Parrocchia di Genneruxi?
«La dimensione è proprio quella dell’accompagnare, del far vivere, quella dimensione che può essere appunto la fanciullezza, ma anche soprattutto poi per gli animatori, perché in realtà è un circolo ermeneutico, in cui gli animatori vivono una dimensione di fede, vivono una dimensione anche del senso di essere chiesa».
Quali iniziative per la formazione dei giovani?
«Soprattutto per gli animatori, un percorso annuale in cui tendenzialmente si incontra in salato pomeriggio di formazioni in cui sono gli animatori più grandi che formano e propongono delle tematiche di riflessione, a partire anche da spunti biblici e da tematiche anche spirituali. Assieme a questo ovviamente ci sono anche incontri organizzativi in cui magari ci sono delle feste particolari comunitarie».
A San Sebastiano poi è presente il Gruppo Già Giovani (3G). Di cosa si tratta?
«I 3G penso che raccolgano proprio quella sfida del tempo in cui l’anziano non è più quello che non ha più tempo per vivere, oppure che ha concluso la sua esistenza, è stato spremuto fino al midollo e non può più dare nulla, no, rappresenta un po’ quello spazio in cui l’anziano guarda nella profondità delle radici. Ecco l’età dell’anzianità è un po’ quella fase in cui si vivono da un lato ricordi, bellezze, esperienze che ho vissuto e che faccio mie. Guardano a quella dimensione con un approccio culturale, fanno degli incontri settimanali in cui spaziano dall’ambito umanistico all’ambito scientifico. Penso che raccolga un po’ quella bellezza dell’età senile che forse si perde nella dimensione della società, perché per la società forse bisogna tanto produrre, invece no, e a volte si deve anche contemplare e raccogliere quello che si è seminato nel tempo»
La sfida dell’oggi è proprio questa: offrire come Chiesa, come sacerdoti, il senso per ciascuna fase di sviluppo, la presenza di Dio per ciascuna fase, perché ciascuna fase ha la sua bellezza.
Promuovere e raccogliere le offerte dei donatori a sostegno di tutti i sacerdoti delle diocesi italiane, inclusi gli anziani e malati e quelli in missione all’estero, è molto importante. Perché, dal 1990 il loro sostentamento non è più a carico dello Stato, ma è affidato alle persone, come te. Il contributo versato a favore dell’Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero è deducibile dal reddito complessivo delle persone fisiche fino ad un tetto massimo di 1.032,91 euro annui. La deducibilità è quindi, per chi vuole approfittarne, un’opportunità in più per contribuire e costituisce un ulteriore riconoscimento dell’importanza dell’opera dei sacerdoti.
Perché sostenere i sacerdoti è supportare tutte le nostre comunità che, grazie a loro, esistono.
Visita il sito della Chiesa cattolica “Uniti nel dono”
di Alessandro Mereu
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