
(fonte foto: www.vanityfair.it)
Ogni anno in Italia, oltre duemila bambini e adolescenti ricevono una diagnosi di cancro pediatrico. Sebbene meno frequenti rispetto ai tumori degli adulti, queste malattie colpiscono nel profondo non solo i piccoli pazienti, ma anche le loro famiglie e l’intera comunità. A parlarne, è la dott.ssa Rossella Mura, direttrice dell’Oncoematologia pediatrica dell’ARNAS Brotzu di Cagliari, centro di riferimento regionale per i tumori infantili.
Perché è importante parlare di tumore pediatrico?
Affrontare questi temi non è facile, ma è necessario. La consapevolezza è il primo passo per costruire una società più attenta e solidale. Spesso si evita di parlarne per paura o disinformazione, ma informare significa anche sostenere i bambini, le loro famiglie e i professionisti che li accompagnano nel percorso di cura.
Qual è l’incidenza di queste patologie?
In Italia, ogni anno, circa 1.400 bambini tra 0 e 14 anni e 800-900 adolescenti ricevono una diagnosi di tumore. In Sardegna, i nuovi casi sono tra 40 e 45. Sebbene i numeri siano relativamente contenuti, l’impatto di questa malattia è enorme: cambia radicalmente la vita del bambino, sconvolge quella della famiglia e coinvolge anche la scuola, gli amici e l’intera comunità. È un tema che riguarda tutti, da vicino.
Quali progressi?
Oggi oltre l’80% dei bambini e adolescenti con tumore può considerarsi guarito a cinque anni dalla diagnosi: un risultato molto importante dell’oncologia moderna. Merito della maggiore conoscenza, di terapie più mirate e dell’organizzazione di reti cliniche a livello nazionale ed europeo.
di Maria Chiara Cugusi
L’intervista integrale sul prossimo numero di Kalaritana Avvenire
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