Turismo

Turismo tutto l’anno, tra sogni e opportunità Già partita la nuova stagione turistica isolana, ma il settore offre potenzialità ancora inespresse

L’estate 2025 si preannuncia come una stagione d’oro per il turismo sardo. Le prenotazioni abbondano, le strutture ricettive sono già in attività grazie al ponte di primavera e la Sardegna conferma ancora una volta il suo fascino incontrastato per i visitatori stranieri. Tuttavia, tra luci e ombre, gli operatori del settore lanciano anche un appello alle istituzioni: servono investimenti mirati e una visione turistica più ampia per non sprecare le tante potenzialità ancora inespresse dell’isola.

Opportunità mancate

«Le prenotazioni – afferma Carlo Amaduzzi, presidente regionale di Assohotel – sono molto buone. La Sardegna continua ad attrarre, specialmente per la balneazione e la nautica. Le nostre strutture sono partite già da Pasqua e andremo avanti fino a settembre. Ma resta il problema di fondo: siamo ancora troppo legati a un modello di turismo stagionale e costiero. È ora di guardare oltre». Amaduzzi insiste infatti sulla necessità di diversificare l’offerta turistica. «La sentieristica – spiega – è una delle grandi occasioni mancate della Sardegna. Parliamo sempre e solo di mare, ma potremmo sviluppare forme di turismo legate al trekking, alla cultura, all’archeologia, allo sport. Pensiamo al golf, che attrae milioni di turisti nord-europei: in Sardegna è praticamente assente. Eppure, con progetti ben calibrati dal punto di vista ambientale, potremmo intercettare un turismo di fascia alta che cerca proprio questo tipo di esperienza». Anche il patrimonio archeologico, osserva Amaduzzi, dovrebbe essere maggiormente valorizzato e reso fruibile. «Abbiamo migliaia di nuraghi e tombe dei giganti sparse ovunque. Sarebbe sufficiente – evidenzia – dotarli di una semplice mulattiera o di un sentiero accessibile per renderli fruibili. La Sardegna ha le carte in regola per diventare il grande parco archeologico del Mediterraneo, ma manca un piano organico per valorizzare ciò che già possediamo».

Ampliare la stagione

Una visione condivisa anche da Gian Mario Pileri, presidente di Fiavet Sardegna, che sottolinea come la crescita del turismo sia una notizia positiva, ma al tempo stesso impone una riflessione sulle criticità strutturali del settore. «Abbiamo una domanda in crescita – spiega – ma siamo ancora troppo dipendenti da un turismo balneare e concentrato nei mesi estivi. Serve destagionalizzare, ampliare l’offerta e investire su trasporti e formazione. Le agenzie di viaggio, che rappresento, sono pronte a fare la loro parte, ma abbiamo bisogno di una regia regionale forte e lungimirante». Secondo Pileri, l’obiettivo non può essere soltanto quello di «fare numeri» ma costruire una qualità dell’offerta che sappia rispettare i territori e le comunità locali. «Non possiamo permetterci – dice – un turismo mordi e fuggi. La Sardegna ha un’identità forte, che va raccontata e vissuta, non semplicemente venduta come un prodotto da catalogo. Puntiamo su esperienze autentiche, sulla valorizzazione delle tradizioni, dei borghi interni, sull’enogastronomia. È qui che possiamo fare la differenza».

L’importanza della programmazione

Entrambi i presidenti concordano infine su un punto cruciale: la necessità di una programmazione strutturata e continua, che non si limiti alle emergenze stagionali. «Non possiamo più permetterci di improvvisare – ammonisce Amaduzzi – perché le nostre strutture fanno l’impossibile per restare aperte, ma se il turismo invernale non decolla, saremo costretti a chiudere a settembre. Serve una strategia che valorizzi la Sardegna 12 mesi l’anno, non solo nei 90 giorni di alta stagione». In un momento in cui l’isola raccoglie i frutti della sua bellezza naturale e della capacità di accoglienza, il messaggio che arriva dagli operatori è chiaro: il turismo può e deve essere il volano dello sviluppo sardo, ma solo se sostenuto da politiche lungimiranti e da un impegno corale per trasformare l’entusiasmo in progettualità duratura.

Andrea Pala (Articolo apparso sul Kalaritana Avvenire del 25 maggio)


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