
La sede dell’associazione di volontariato e, nel tondo, Marco Pusceddu (foto Ansa)
La salma di Marco Pusceddu, 50 anni, soccorritore del 118 di Portoscuso, è stata restituita questa mattina ai familiari. L’uomo è stato ucciso la sera dell’8 agosto a Buddusò, in Gallura, all’interno della sede dell’associazione Intervol, in via Pietro Nenni. L’autopsia, disposta dalla sostituto procuratrice di Sassari Elisa Succu e conclusa ieri sera, ha confermato quanto già emerso dai primi rilievi: Pusceddu è stato colpito da quattro proiettili di piccolo calibro, esplosi a distanza ravvicinata, che lo hanno raggiunto tra il collo e il petto, provocandone la morte.
Via libera dunque ai funerali che si terranno a Portoscuso, dove la vittima viveva insieme ai genitori. Le indagini dei carabinieri della stazione di Ozieri, coordinate dal nucleo investigativo di Sassari, proseguono senza sosta per individuare il responsabile e chiarire il movente. Fondamentali potrebbero essere le immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona, dato che la sede dell’Intervol non ne era dotata.
Secondo gli inquirenti, il killer ha agito a volto scoperto, raggiungendo a piedi via Pietro Nenni e fuggendo presumibilmente a bordo di un’auto. Gli investigatori stanno valutando possibili complici e analizzando il passato di Pusceddu, compresa la sfera privata e sentimentale. Il delitto ha sconvolto profondamente le comunità di Buddusò e Portoscuso, lasciandole in un silenzio carico di dolore e domande.
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