
L’Enciclopedia enogastronomica della Sardegna | Foto Carlo Delfino Editore
Un lavoro organico, che mette insieme il cibo isolano, le sue particolarità e la ricchezza di una cultura che ancora si può scoprire e riscoprire. «Enciclopedia Enogastronomica della Sardegna» questo il titolo scelto dalla antropologa, docente e giornalista Alessandra Guigoni per un’opera, edita da Carlo Delfino Editore, divisa in due volumi che racconta diversi aspetti delle tradizioni culinarie e non solo.
L’opera
«Mi occupo dell’enogastronomia isolana da 25 anni – ha affermato Guigoni ai microfoni di Radio Kalaritana – Vedendo quello che ho scritto e quello che secondo me ancora mancava, ho pensato di fare un’opera organica. All’interno ci sono trentotto contributori tra giornalisti e studiosi che mi hanno aiutato nelle voci più complesse e tecniche, in più ottocento voci e più di trecento ricette, che fanno soprattutto parte di quella tradizione che stiamo un po’ dimenticando. Il mio è un saggio scientifico, ma non accademico, sta bene in un salotto, per scoprire i prodotti, le ricette e la loro storia. È un saggio rivolto a tutti, che vuole fare una fotografia del presente».
Lo studio, l’approfondimento e il confronto hanno aperto le finestre anche su nuovi orizzonti. Un percorso possibile grazie anche all’ascolto delle persone e l’osservazione dei luoghi.
«Ho scoperto alcuni piatti che pur vivendo in Sardegna da trent’anni non conoscevo, perché l’isola è veramente un microcosmo – ha proseguito l’esperta – Tra Gallura, Sulcis, Nurra e Sarrabus, solo per dire alcuni territori ci sono differenze sostanziali nelle pietanze. Ho poi scoperto tanti vitigni autoctoni, di piccola dimensione, che però sono importanti dal punto di vista culturale. Ci sono poi alcuni prodotti che mi hanno sorpresa e che non conoscevo: è stato bello divertirsi a cercarne le origini, la storia e raccogliere le interviste di chi invece mi poteva raccontare qualcosa a riguardo».
Nuove chance
La forza della Sardegna sta però anche nell’evoluzione della propria offerta, capace di aprirsi all’esterno senza abbandonare le proprie radici. Ecco perché le novità non mancano nel panorama sardo.
«C’è una bellissima alta cucina che si sta affermando in Sardegna. Non ci sono tanti chef stellati, ma in tante e tanti stanno facendo parecchia strada. L’alta cucina è importante per dare un’allure un po’ diversa dell’isola, ma resta importante e di livello anche il ritorno delle trattorie con le tipicità, da su mazzamurru allo scabecciu e via dicendo. Poi un’altra novità è quella rappresentata dai cibi e dalle bevande fermentate, dei caffè artigianli e delle bevande da accompagnare con il cibo non necessariamente alcoliche. Un’occasione, quest’ultima, che la Sardegna sta accogliendo».
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