La vertenza

Vertenza Bekaert, sindacati e Regione uniti per salvare i posti Quasi 300 lavoratori a rischio: chiesto al Ministero un tavolo per garantire occupazione e futuro dello stabilimento

Lo stabilimento di Macchiareddu

La vertenza Bekaert in Sardegna entra in una fase decisiva. I segretari regionali di Fiom, Fsm e Uilm hanno incontrato l’assessore regionale all’Industria, Emanuele Cani, insieme a funzionari della Presidenza della Giunta ed esponenti politici locali. Al termine del confronto è stato deciso di chiedere l’intervento del Ministero del Made in Italy per aprire un tavolo nazionale e portare a Roma una strategia condivisa.

L’obiettivo è chiaro: salvaguardare i quasi 300 posti di lavoro, tra addetti diretti e indotto, messi in discussione dalla decisione della proprietà di vendere lo stabilimento. I sindacati – rappresentati da Marco Mereu (Fiom), Marco Angioni (Fsm) e Alessandro Andreatta (Uilm) – hanno evidenziato come la scelta dell’azienda di escludere le quattro società cinesi leader del settore tra i possibili acquirenti rischi di bloccare l’operazione. Una chiusura di mercato che, in un contesto già segnato dalla contrazione dello steel cord, potrebbe condurre alla chiusura definitiva del sito produttivo senza alternative.

Per questo i metalmeccanici chiedono che al tavolo nazionale venga definito un percorso certo: il Ministero deve affiancare l’azienda nella ricerca di investitori seri e vincolare la vendita a un piano industriale credibile, capace di garantire piena occupazione e prospettive di futuro.

Una partita delicata che intreccia lavoro, dignità e sviluppo industriale: la vertenza Bekaert diventa così un banco di prova per la capacità delle istituzioni di fare sistema di fronte a una crisi che colpisce in modo diretto centinaia di famiglie sarde.


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