
Giusy Marongiu e Sara Hourani ospiti ieri a Radio Kalaritana
C’è un volontariato che agisce lontano dai riflettori. Non indossa pettorine, non ha una sede né un logo, ma è presente ogni giorno: nelle case, nei quartieri, nelle piccole azioni quotidiane. È il volontariato sommerso, al centro della nuova ricerca promossa dal CSV Sardegna – Centro Servizi per il Volontariato – che sarà presentata sabato 18 ottobre alle 15:30 al T Hotel di Cagliari.
L’appuntamento proseguirà nel pomeriggio con un evento al Parco della Musica, dedicato ai giovani e al loro modo di vivere la solidarietà e l’impegno civile.
Un fenomeno diffuso, ma ancora poco riconosciuto
«Il volontariato sommerso è una realtà viva, ma spesso invisibile – spiega Giusy Marongiu, referente dell’area ricerca e documentazione del CSV Sardegna, ospite ieri a Radio Kalaritana – Parliamo di tutte quelle attività solidali svolte al di fuori dei circuiti organizzati: dal vicino che porta la spesa a un anziano, all’ex insegnante che offre ripetizioni gratuite. Un volontariato fatto di gesti spontanei e quotidiani».
Secondo lo studio – basato su questionari, interviste e focus group – il 18% dei cittadini maggiorenni in Sardegna pratica forme di volontariato informale, una percentuale superiore a quella dei volontari attivi nelle organizzazioni del Terzo Settore, che si attesta al 15%.
Il ritratto che emerge è chiaro: il volontario sommerso ha tra i 35 e i 54 anni, un alto livello di istruzione e vive prevalentemente nelle province di Nuoro, Oristano e Sassari.
Al contrario, nel Sud Sardegna è più diffuso il volontariato strutturato. A frenare l’adesione alle organizzazioni è, in molti casi, la mancanza di tempo, ma anche una scarsa consapevolezza: «Molti non sanno nemmeno di essere volontari. Eppure lo sono a tutti gli effetti» sottolinea Marongiu.
Costruire un ponte tra volontariato informale e volontariato organizzato
L’obiettivo del CSV è ora quello di valorizzare questo capitale umano nascosto, creando un collegamento tra chi opera in modo informale e le realtà organizzate del Terzo Settore.
«Il nostro ruolo è quello di facilitatore: aiutare le persone a comprendere che, unendosi alle associazioni, possono avere un impatto ancora più forte», spiega Marongiu.
Molti volontari sommersi possiedono infatti competenze preziose, utili anche per rispondere alle nuove esigenze imposte dalla riforma del Terzo Settore.
Be the Change: la voce dei giovani sul volontariato
Il pomeriggio proseguirà al Parco della Musica con la restituzione del progetto Be the Change, un contest creativo che ha coinvolto i giovani nel raccontare, attraverso immagini, parole e video, il significato del volontariato oggi.
«I ragazzi hanno offerto una visione personale e autentica, raccontando esperienze di solidarietà, aiuto tra pari, senso di comunità», spiega Sara Hourani, referente dell’area scuole del CSV Sardegna.
Tra i 16 lavori finalisti, emergono storie vere, spontanee, prive di etichette ma dense di valore. «Spesso i partecipanti non conoscevano nemmeno il significato tecnico della parola “volontariato”, eppure lo praticavano già – aggiunge Hourani – Questo ci dimostra quanto sia importante lavorare sulla consapevolezza e sul coinvolgimento».
Educare alla partecipazione: la co-progettazione nelle scuole
Il CSV Sardegna è impegnato da anni nella co-progettazione insieme alle associazioni impegnate nelle scuole con laboratori, percorsi di educazione civica e iniziative per avvicinare i giovani al volontariato. Un impegno che continuerà anche nel nuovo anno scolastico.
La prossima settimana a Nuoro partirà la terza edizione della Masterclass CSV sulla progettazione sociale con le scuole, pensata per offrire alle associazioni strumenti e linguaggi più efficaci per comunicare con le nuove generazioni.
«Il nostro obiettivo è favorire l’incontro tra il tessuto associativo e i giovani. Perché il cambiamento parte da lì, da chi oggi vuole essere protagonista della propria comunità» conclude Hourani.
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