Musica

«What a Wonderful World in September» chiude «Time in Jazz» A Berchidda in programma due giornate di musica e incontri

Paolo Fresu sul palco di Piazza del Popolo a Berchidda | Foto Paolo Soriani/Ufficio stampa Time in Jazz

Dopo il successo della tranche agostana, Time in Jazz completa la sua 38ma edizione con «What a Wonderful World in September», due giornate di musica e incontri in programma domani, venerdì 5, e sabato 6 settembre negli spazi all’aperto di Sa colte ’e su ’oltiju, accanto a Sa Casara, quartier generale del festival.

L’iniziativa, spiega Paolo Fresu, rappresenta «una sorta di ritorno alle origini: quando il festival nacque, nel 1988, si svolgeva proprio nella prima settimana di settembre. Cabidanni, in logudorese, è l’inizio dell’anno agricolo: per noi queste due giornate sono semina e raccolto di una lunga storia».

Venerdì: il premio a Benito Urgu e i live di Erica Mou e September Trio

Ad aprire il programma, venerdì alle 19, la consegna di un premio alla carriera a Benito Urgu, icona dello spettacolo sardo, celebrato con un’opera firmata dallo stilista Antonio Marras.

La giornata proseguirà alle 21 con il concerto della cantautrice pugliese Erica Mou, seguita dal September Trio, formazione che riunisce Fresu, il chitarrista franco-vietnamita Nguyên Lê e il pianista bosniaco Bojan Z. Chiusura di serata affidata al dj set di Dj Cris.

Sabato: omaggi, libri e contaminazioni musicali

La seconda giornata si aprirà a mezzogiorno con «Parole di Pietra», omaggio a Maria Lai con Angelica Perra, Gianluca Pischedda, Massimo Satta e la voce narrante di Moreno Pisano. Nel pomeriggio, alle 19, la presentazione dell’autobiografia di Alice, «L’unica via d’uscita è dentro» (Rizzoli), in dialogo con Fresu.

Dalle 21 spazio alla musica dal vivo: prima il duo formato da Francesca Tandoi e Stefano Senni, poi i Jazzabilly Lovers di John De Leo, progetto che mescola rock’n’roll e jazz con spiazzanti connessioni sonore. La chiusura, a mezzanotte, sarà firmata da Renton con il suo progetto A Not Necessary Mix.

Con questa «coda» settembrina, Time in Jazz si conferma non solo festival ma anche laboratorio culturale permanente, capace di intrecciare musica, letteratura, arti visive e memoria collettiva in una formula sempre rinnovata.


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