
La visita di Giovanni Paolo II in Sardegna nel 1985 rivela ancora oggi uno sguardo profondo e un momento cruciale circa l’attenzione al mondo del lavoro. In un’Isola segnata dalla crisi economica e da forti tensioni sociali, il Pontefice decise di dedicare uno dei primi incontri ai minatori di Iglesias, unico territorio extra province storiche, a significare l’importanza «che la Chiesa annette alla vita del mondo operaio».
Il papa della Laborem Exercens non poteva che cogliere l’occasione per riaffermare una visione del lavoro che va ben oltre la sua dimensione economica, abbracciandone infatti anche l’aspetto umano. Calandosi nelle viscere della terra, Giovanni Paolo II ribadì con forza la necessità di entrare nelle ferite dell’umanità per comprenderne a fondo i bisogni e le speranze. La persona al centro e il lavoro inteso come espressione fondamentale della dignità umana e strumento di realizzazione della propria vocazione, prima ancora che merce o strumento di profitto, partecipazione all’opera creatrice di Dio e contributo essenziale al bene comune.
Il prosieguo dell’articolo a cura di Ignazio Boi potrete trovarlo domani, domenica 19 ottobre, in edicola tra le pagine di Kalaritana Avvenire, in uscita insieme al quotidiano Avvenire.
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