
(fonte foto: www.unionesarda.it)
A due mesi dalla firma del Protocollo sulla sanità con la Regione, Cgil, Cisl e Uil lanciano l’allarme: «Non bastano le parole, servono azioni immediate». Nell’incontro unitario a Tramatza, i segretari regionali Fausto Durante (Cgil), Pier Luigi Ledda (Cisl) e Fulvia Murru (Uil) hanno chiesto alla Giunta Todde l’attuazione degli impegni presi.
Il Protocollo, firmato il 4 agosto con la presidente della Regione e l’assessore Bartolazzi, prevedeva un percorso condiviso per riformare e potenziare il sistema sanitario sardo. Ma, denunciano i sindacati, «da allora è rimasto tutto fermo».
Tra le priorità: piano straordinario di assunzioni con fabbisogni triennali, concorsi snelli, incentivi per le sedi periferiche, stabilizzazione dei precari, attivazione di Case e Ospedali di Comunità, potenziamento dell’assistenza domiciliare e della telemedicina, rilancio del Fascicolo Sanitario Elettronico e riforma del Cup.
I sindacati chiedono anche una presenza stabile nelle conferenze socio-sanitarie territoriali e fissano una scadenza: entro ottobre l’attivazione dei tavoli nelle aziende sanitarie (Ares, Asl, Aou, Areus); a novembre una verifica degli impegni; entro dicembre accordi sugli appalti e un cruscotto unico per monitorare Pnrr e stabilizzazioni.
«La sanità pubblica è un diritto, non un privilegio – ribadiscono Durante, Ledda e Murru – e in Sardegna questo diritto è ancora troppo spesso negato».
Scopri di più da Kalaritana Media
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.
