
Un reparto ospedaliero (foto Ansa)
La Sardegna figura tra le cinque regioni italiane più in ritardo nell’integrazione tra ospedale e territorio per l’assistenza oncologica, insieme a Calabria, Molise, Marche e Basilicata. A rivelarlo è la sesta indagine nazionale condotta da Agenas, l’Agenzia per i servizi sanitari regionali, che ha analizzato lo stato delle Reti oncologiche regionali sulla base dei dati del 2023.
Dall’indagine emerge un’Italia spaccata in due: al Nord, regioni come Toscana, Emilia-Romagna e Veneto offrono un modello efficiente, con tempi rapidi di presa in carico e cure disponibili vicino al domicilio del paziente. Al contrario, in Sardegna e nelle altre regioni meno performanti, l’accesso a trattamenti come chemio e radioterapia risulta più difficile e spesso legato alla mobilità verso altre aree.
Queste disparità creano forti iniquità tra pazienti con la stessa patologia, ma residenti in zone diverse del Paese. I dati evidenziano che nei territori meno virtuosi si registra una risposta incompleta alla domanda interna, con un’organizzazione ancora poco integrata e frammentata.
Il monitoraggio ha valutato i sette tumori più diffusi, considerando indicatori chiave come il tempo di ricovero e la distanza dai centri di cura. L’obiettivo rimane quello di colmare il divario e garantire, ovunque, equità nell’accesso alle cure.
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